Fare il pane in casa
Resti archeologici e scritti antichi attestano che il pane era già in uso presso gli Egizi e divenne il
comune alimento dei Greci, tanto che per Omero «mangiatori di pane» è sinonimo di uomini,
di uomini in quanto portatori di civiltà, in contrapposizione ai popoli che non conoscevano il
pane (pastori, barbari, nomadi etc).
L’uomo divenuto coltivatore, infatti, pose fin dall’inizio la sua attenzione sui cereali, facilmente
coltivabili e soprattutto conservabili anche per tempi lunghi. All’inizio venivano consumati
crudi, ma poi si scoprì la possibilità di abbrustolirli.
L’idea della macinazione dei cereali probabilmente venne suggerita all’uomo dall’atto della
masticazione. Col passare del tempo le tecniche divennero via via più raffinate e si arrivò ad
impastare il pane con l’acqua. C’è chi sostiene che la scoperta fu casuale: le acque del Nilo
bagnarono questa primordiale farina che, per non essere buttata via, venne cotta ugualmente.
All’inizio si sarebbe quindi trattato di gallette secche e dure, cotte su pietre roventi.
Sembra che il concetto di lievitazione sia da fare risalire sempre agli Egizi e sempre per una
casualità. Un impasto dimenticato per un po’ di tempo lievitò naturalmente grazie ai fermenti
presenti nell’aria. Tale impasto rigonfio venne cotto ugualmente (la saggezza di un tempo:
non si butta via niente!) e ne nacque un pane morbido. Di lì a poco si cominciarono a
sperimentare nuovi modi di cuocere: si arrivò quindi all’invenzione del forno, da attribuire
sempre agli Egizi.
I Greci impararono presto e, nel giro di un secolo, vantavano 72 varietà diverse di pane, impastato
con farine differenti e con ingredienti disparati: frutta secca, semi di coriandolo, miele…
L’arte della panificazione iniziò a Roma nel II secolo a.C., dopo la conquista della Macedonia,
probabilmente imparata dagli schiavi macedoni. In breve tempo divenne anche per i Romani
un alimento base, tanto che nella fine del II secolo esistevano già una corporazione di fornai e
i legislatori dell’epoca definirono un insieme di regole tali da assicurare alla città un numero
sempre sufficiente di questi artigiani: i fornai non potevano cambiare mestiere, il loro primo
figlio maschio doveva diventare fornaio e chi sposava la figlia di un fornaio doveva anch’egli
«convertirsi» a questo mestiere.
Di fatto tutto ciò che c’era da scoprire sul pane era già stato scoperto. Negli anni a venire ci furono
soprattutto cambiamenti nell’agricoltura e soprattutto nei mezzi tecnici con cui si coltivavano
i cereali e si produceva il pane.