Diventare vegan
Diventare vegan è una scelta tanto semplice quanto importante. Oltre a scoprire molti
nuovi piatti e riscoprire alcune sane abitudini alimentari spesso dimenticate, una volta
acquisite alcune informazioni di base si possono mangiare quasi tutti i piatti a cui si è
abituati, modificandoli per farli diventare 100% vegetali.
Ecco intanto la “definizione esatta”… per passi!
Ecco intanto la “definizione esatta” di che cosa significa mangiare vegan, per quanto riguarda
l’aspetto alimentare di questa scelta, dato che è questo il settore più importante, quello in cui il
maggior numero di animali trovano la morte.
Una persona vegetariana è una persona che non mangia animali, di nessuna specie. Di terra,
d’acqua, d’aria. Tradotto in termini più crudi, cioè parlando di quello che gli animali “diventano”
una volta uccisi, un vegetariano non mangia carne di nessun tipo (affettati compresi: sempre
carne è) né pesce.
Una persona vegan, oltre a non mangiare animali non mangia nemmeno i loro prodotti – latte e
latticini, uova e miele – perché anche per ottenere questi prodotti gli animali vengono uccisi.
Oltre all’aspetto dell’alimentazione ci sono però anche tutti gli altri settori: la scelta vegan è una
scelta etica di rispetto per gli animali, questo è il senso del termine, assegnatoli dall’inventore
stesso della parola, Donald Watson. Quindi, essere vegan significa impegnarsi a non nuocere
agli animali, evitando l’utilizzo di prodotti derivanti dagli animali in tutte le situazioni: per vestirsi,
per arredare, per l’igiene personale e della casa (come lana, piume, pelle, cuoio, pellicce, seta,
cosmetici testati su animali, ecc.); non divertirsi a spese della vita e della libertà di altri animali
(tenendosi lontani da zoo, circhi, acquari, ippodromi, maneggi, caccia, pesca, feste con uso di
animali), non trattare gli animali come oggetti e merce (come avviene nella compravendita di
animali domestici).
La scelta vegan è dunque puramente etica e si estende a ogni settore, non solo a quello alimentare;
invece, una scelta meramente alimentare, non mossa da ragioni di rispetto per gli animali,
ma unicamente da motivazioni ecologiste e salutiste, possiamo definirla semplicemente come
scelta di una dieta 100% vegetale.
Stessi motivi per la scelta vegetariana e vegan
Se confrontiamo i motivi per scegliere un’alimentazione latto-ovo-vegetariana e una 100% vegetale,
ci rendiamo contro che non ci sono motivazioni diverse nei due casi: qualsiasi sia la
causa della scelta, cioè il “problema”, che si vuole risolvere, la “soluzione” vegetariana è solo
parziale, e per le stesse identiche cause il passo successivo da fare è quello vegan.
Ma se le informazioni sono note fin dall’inizio, non c’è alcuna ragione per fare questa evoluzione
in più passi, si può fare direttamente la scelta vegan: anni fa questa scelta la si faceva in due
passi, perché era ancora difficile trovare informazioni per capire che la produzione di latte e
uova uccide animali e devasta l’ambiente proprio come la produzione di carne e pesce, ma
oggi che queste cose si sanno, sempre più di frequente il passo è uno solo, da onnivoro a
vegan!
Quali sono i motivi
La scelta vegan è etica: è giusto rispettare la vita degli altri animali, e non ucciderli per il nostro
piacere personale.
Ma ci si può avvicinare a un’alimentazione 100% vegetale per ragioni ambientaliste, salutistiche,
umanitarie: questa scelta è il è il futuro, perché non è sostenibile mangiare in altro
modo.
Non serve essere degli eroi: è facile vivere vegan. È la cosa più naturale del mondo, molto
più che mangiare carne, latte e uova a ogni pasto, ricavati da animali trasformati in macchine
stipati in allevamenti mostruosi.
La scelta vegan è per tutti: non esiste il vegan-tipo, le persone vegan sono diversissime tra
loro per le convinzioni, i comportamenti, i gusti, l’aspetto, l’età… accomunati però dalla scelta
importante di non nuocere.
Qui vogliamo darti qualche consiglio per iniziare il cammino vegan.
Essere vegan è giusto?
Essere vegan è giusto perché non si fanno soffrire e non si uccidono animali per usarli come
“ingredienti” per i nostri piatti.
Non abbiamo bisogno di ucciderli per vivere, lo facciamo solo per abitudine, ma è un’abitudine
che è giusto cambiare, perché non ha senso provocare così tanto dolore solo per potersi
mangiarsi un panino o una bistecca.
Uccidere gli altri animali è un atto di sfruttamento e violenza, e lo facciamo solo perché abbiamo
il potere per farlo, non perché sia giusto così.
Molte persone provano orrore per l’abitudine di altri popoli di mangiare cani, gatti, delfini o
balene, ma questi animali non soffrono di più degli animali consumati normalmente in Europa.
Allo stesso modo, altri popoli provano orrore per la nostra abitudine di mangiare conigli o
cavalli, considerati animali d’affezione. Questo ci insegna che, dunque, la differenza sta solo
nell’abitudine, non nella morale. Un maiale non è diverso da un cane, un gatto non è diverso
da un coniglio, in quanto alla capacità di provare sentimenti, emozioni, paura, gioia, affetto. Gli
animali sono tutti uguali.
Eppure il modo in cui vengono trattati gli animali negli allevamenti è così terribile che se le
stesse azioni fossero commesse su cani e gatti, per la legge italiana il colpevole finirebbe in
galera. Ma attenzione: non è colpa “dell’allevatore cattivo”, ma di chi gli dà i soldi quanto fa la
spesa al banco macelleria…
In 80 anni di vita ogni italiano usa come “cibo” circa 1400 animali.
Smettere di causare tutta questa morte e sofferenza è facile, basta smettere di mangiare la
carne degli animali e i loro “derivati”, cioè latte e uova.
Il futuro per l’ambiente
Il futuro, già a breve termine, non consentirà consumi di carne (pesce compreso), latte, uova
pari a quelli attuali, perché, semplicemente, non ci sono abbastanza risorse sulla Terra per
permetterlo.
Sono ormai sempre di più gli studiosi che denunciano con articoli ben circostanziati – sia su riviste
tecnico-scientifiche che divulgative – che uno dei modi più potenti di proteggere l’ambiente
è quello di cambiare modo di mangiare, tornando a modelli più tradizionali e diminuendo quindi
drasticamente il consumo di carne e altri alimenti di origine animale (latte, uova), la cui produzione
è estremamente dispendiosa in termini di risorse (terreni, energia, acqua) e di inquinanti
emessi (gas serra, sostanze chimiche, liquami ad alto potere inquinante).
Animali come macchine: del tutto inefficienti
Per comprendere i motivi dell’impatto sull’ambiente occorre notare che gli animali d’allevamento
sono “fabbriche di proteine alla rovescia”.
Infatti gli animali d’allevamento consumano molte più calorie, ricavate dai vegetali, di quante
ne producano sottoforma di carne, latte e uova: come “macchine” (così sono ormai considerati
nella moderna zootecnia, anche se macchine di certo non sono) che convertono proteine vegetali
in proteine animali, sono del tutto inefficienti. Il rapporto di conversione da mangimi per gli
animali a “cibo” per gli umani varia da 1:30 a 1:4, a seconda della specie animale. Vale a dire:
per ogni kg di carne che si ricava da un animale, lo stesso animale deve mangiare mediamente
15 kg di vegetali, appositamente coltivati. Questo causa uno spreco enorme di terreni fertili,
energia, acqua, sostanze chimiche.
Alcuni dati:
Spreco di acqua – il settimanale Newsweek ha calcolato che per produrre soli 5 kg di carne
bovina serve tanta acqua quanta ne consuma una famiglia media americana in un anno.
Nell’agosto 2004 si è tenuta la consueta “Settimana Mondiale dell’Acqua”, a Stoccolma,
durante la quale gli esperti hanno spiegato che le riserve d’acqua non saranno sufficienti
a far vivere i nostri discendenti con la stessa dieta oggi imperante in Occidente e hanno
affermato che sarà necessario ridurre il consumo di alimenti di origine animale.